Nella nostra società o per meglio dire nel nostro mondo occidentale, negli ultimi 50anni abbiamo avuto/subito una totale rivoluzione nella sfera delle nostre relazioni interpersonali.
Siamo passati dal sopravvivere per vivere o vivere per un possesso materiale, ad un apparente o più credibile vivere per migliorare la qualità’ della nostra esistenza.
Indubbiamente il salto e’ stato enorme nel passare da una vecchia filosofia del “sarà ciò ché Dio vorrà” ad un altra vecchia filosofia del “aiutati ché Dio ti aiuta” .
Sin qui non sembrerebbe nulla di nuovo, se non fossimo stati costretti dalla società attuale a prendere nuovi ritmi più ché nuove filosofie.
Il nutrire il corpo e la mente ,il noi siamo quello ché mangiamo,l’ essere in armonia con se stessi, amare ed essere amati, dare voce a propri talenti ed istinti, e non ultimo avere delle buone relazioni con le persone nella vita come nel lavoro sono i nuovi “must”, come direbbero i miei cari amici Statunitensi.
In poche parole si tratta di trovare nuovi equilibri.
Certo, per persone della mia generazione, che hanno passato e non del tutto vissuto:
- il boom economico,
- le rivoluzioni universitarie e di parità dei diritti,
- dei comunisti e dei fascisti ché si picchiavano o uccidevano in nome di un ideale ,
- della mafia ché si insinuava sempre più’ nella politica ,
- dell’austerity,
- del sogno americano ( e chi non l’aveva pur di scappare da tutto questo),
- dell’affermazione nel lavoro (‘”yuppie”) a tutti i costi degli anni 80(ma pur sempre con bustarelle e raccomandazioni),
- la morte completa di radicali punti di riferimento e miti logici alla nostra quotidianità,
si e’ trattato invece di cancellare totalmente vecchi equilibri per produrne dei nuovi!
Questo cambiamento ha inciso non poco sulle nostre identità.
Se dovessero domandarci cosa sia la felicità potremmo diluirla nel più facile pensiero filosofico, definendola paradossalmente nell’ essere innamorati,avere una situazione lavorativa favorevole, (lo stipendio credetemi ha un’importanza marginale) quindi un ambiente sociale ché ci soddisfi.
Quanto all’infelicità possiamo basicamente dire qual’e’ lo stato emotivo ché ne avvertiamo in sua presenza come l’essere litigiosi, il famoso “sentirsi incompresi”, un cattivo rapporto con l’ambiente di lavorò , partner figli , genitori e chi più ne ha più ne metta!
Ecco dove una corretta introduzione delle relazioni interpersonali può ridurre i contrasti psicofisiologici che il cambiamento sociale impone.
Tutto questo appartiene ad una nuova struttura formativa dell’individuo.
Il mondo della formazione scolastica ritengo che non operi a tutt’oggi in tal senso ne tantomeno il fatto di insegnare ad armonizzarsi con la relazione interpersonale di un individuo sia radicato in altri aspetti di vita .
Ci ostiniamo a farlo comprendere attraverso testi e libri con risultati sino ad ora estremamente deludenti, basti vedere il basso contenuto quotidiano dei conflitti sociali , civili , penali.
Tuttavia questa importante materia emotiva, indurrebbe al miglioramento della propria identità e forse comporterebbe la riduzione di false ideologie/ miti e movimenti non corretti di appartenenza.
Non possiamo quindi compiangerci in un mondo ché non pone attenzione ad assenze gravissime delle relazioni interpersonali dei ruoli emotivi e’ che e’ causa di fenomeni come il bullismo, errati rapporti familiari,suicidi, omicidi , talvolta al mero fine disperato di gridare “Ora mi vedete??”
In tutti questi anni di formazione mi e’ bastato vedere tali fenomeni sui posti di lavoro, spesso e volentieri caratterizzati semplicemente da , invidie, gelosie o rapporti di pura facciata! Tutti freni pericolosi per un impresa.
Abbiamo bisogno di affetto e di essere ascoltati !
Non sono dicerie o luoghi comuni asserire che pur anche un azienda ha bisogno di una corretta relazione emotiva, laddove l’unico vantaggio competitivo dei prossimi anni non sarà dettato dall’esclusività di un prodotto ma dalla competenza e gestione delle relazioni tra e fra i collaboratori.
Ma quest’ultimo e’ un capitolo a me più favorevole e meno ostile.
Gli errori di vita si portano con se quelli aziendali si pagano a caro prezzo!
Ne parliamo presto!