IMMUNITÀ ALLA REALTÀ.

Il fatto

Max

Sarà difficile pensare che innanzi a ad accadimenti gravi o meno, siamo oramai narcotizzati.

Quanto più i fatti di cronaca sono chiari e non lasciano dubbio a cosa sia accaduto o sta accadendo, tanto più cerchiamo di dimenticare per “sopravvivere”.

Da tempo mi hanno insegnato che la cronaca è il tema e l’opinione è o dovrebbe essere la soluzione al problema.

Tuttavia proprio la mancanza di concrete e continue soluzioni di fronte al “fatto certo” ha prodotto dentro di noi uno stato di narcotizzazione, cioè  quella crescita sentimentale  e sociale del tipo , “tanto rimane tutto uguale”.

Questa tipologia di atteggiamento, nella nostra moderna società, ha fertilizzato perfettamente!

E’ nella natura umana eludere un fatto di cronaca reale, da quando è nato il mondo, la morte!

Sappiamo tutti che ci dividiamo in mille strade alla partenza della vita e ci riuniamo tutti nuovamente alla fine senza scampo per alcuno, eppure viviamo come se dovessimo “campare” in eterno e talvolta abbiamo le arroganze di progettare difficili futuri che non ci appartengono.

Forse comincio a comprendere perché si rimane indifferenti davanti a cronache dettagliate come il libro di Saviano, “Gomorra”, i libri di Travaglio non ultimo “Il Bavaglio”, Il “NO LOGO” di Klein Naomi, Al Gore “Una scomoda verità” o il film “Farenight 9/11 2004” di Michael Moore che prova ad accennare a un modo diverso di vedere una verità e quanti altri….

Il forte senso di appartenenza alla privazione di risposte, ci ha inibito alle soluzioni.

Se tra il fare bene e il fare male non ci sono sentenze degne di comprendere dove indirizzarsi allora tutto è uguale e soprattutto fare male costa quanto fare bene.

E’ solo quindi una questione di scelta?

Ero piccolino quando una “ enorme” Suor Vittoria, la ricordo alta e autorevole nel mio unico anno di scuola presso un istituto religioso ed esattamente frequentando la III elementare , disse ad una mamma già quarant’anni orsono: “ Signora il suo bambino è vivace e molto intelligente” e nel congratularsi continuò: “Stia attenta però che quella stessa mente può fare “molto” sia nel bene che nel male.

I genitori nella vita di un individuo sono tanti. Tra questi ne emerge uno, la nostra società.

Quest’ultima a volte può piegare anche le più forti e magistrali educazioni.  Pino Daniele, compositore contemporaneo ha scritto : “ …ed ho visto morire bambini nati sotto un accento sbagliato”.

Ma questo è un altro capitolo.

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